Lo sai che… puoi inviare la tua busta con la PEC del collega? Misteri e bug del PCT.
In effetti non ce l’aveva detto mai nessuno che si poteva fare e tutti pensavamo che quel maledettissimo controllo automatizzato di cancelleria (terza PEC che si riceve dopo avere inviato una busta telematica) avrebbe rigettato una busta firmata da un avvocato ma spedita con la PEC di un altro.
Ma non è così.
Proprio la scorsa settimana, due ignare Colleghe, che condividono un medesimo studio legale, usando lo stesso pc, hanno dato conferma di questa possibilità.
Una delle due, infatti, dopo avere compilato e sottoscritto digitalmente tutti i file della busta ed avere creato, così, il file Atto.enc per il tramite del noto software SLPCT, ha cliccato su ‘invia busta’, provocando l’apertura della pagina di spedizione del Client di posta predefinito (Windows live mail).
Però il client era preimpostato con la PEC dell’altra Collega e, pertanto, l’avvocato autore della busta, per distrazione, ha trasmesso il file usando una PEC non sua.
Qual è stata la conseguenza?
Beh, il primo e più lampante effetto (che poi ha permesso alla Collega di accorgersi dell’errore) è stato quello di aver ricevuto, sulla propria casella PEC, alcun messaggio ‘di ritorno’. Mancavano (con conseguente sincope provocata dal noto ictus da errore forense, molto diffuso tra gli avvocati) i messaggi di accettazione, conferma e esito controlli automatizzati, che misteriosamente erano apparsi sulla casella della collega di studio (non autrice della busta).
Dopo avere realizzato, la collega, sebbene in preda all’ictus, si è affrettata a rispedire l’atto con la propria PEC ma… udite, udite… il sistema la rigettava, per la presenza di altra busta con lo stesso oggetto.
Alla fine, disperata, prima di recarsi al locale nosocomio ;), provvedeva a chiamare in cancelleria che, con gran sorpresa, dichiarava accettata la busta spedita con la prima PEC.
Misteri del PCT… che Dio ce la mandi buona.