Tribunale che vai, protocollo che trovi: che confusione!!!


Paese che vai, usanza che trovi: dice un vecchio adagio.
Il proverbio ha sempre ragione, anche se è aberrante che questa prassi sia applicata ad un paese di ‘civil law’ o di diritto scritto, come l’Italia.
E’ inutile criticare oltremodo l’attuale legislatore (perché, esiste?) in quanto, probabilmente, nella sua ‘cosciente ignoranza’ non conosce neanche la definizione delle fonti del diritto.
La dimostrazione di questa sua grave lacuna si rinviene soprattutto nell’accozzaglia di ‘abusivi’ decreti legge sul processo civile che si sono susseguiti dal 2012 ad oggi, poi confermati da leggi che ne hanno modificato varie parti, subordinandone l’applicazione alla pubblicazione di regolamenti che, puntualmente, hanno stravolto le originarie previsioni di legge.
Insomma, fonti secondarie che regolano quelle primarie: assurdo, o forse normale per un Guardasigilli che non ha neanche una ‘laurea breve in discipline giuridiche’?
Abbiamo un legislatore (ripeto… dov’è?) così cieco da non adeguare, al mutato assetto tecnologico, le vigenti norme del cpc; uno Stato, poi, così ottuso da omettere ogni unificazione delle best practices, tanto da provocare la proliferazione di ‘fonti sconosciute del diritto’ in grado, addirittura, di generare conseguenze devastanti per le parti e loro avvocati (si pensi alla famosa sentenza del Tribunale di Milano sulla responsabilità aggravata ex art. 96 cpc, che ha punito la parte per non avere consegnato la copia di cortesia, non prevista da alcuna legge… ma solo da ‘un protocollo d’intesa’).

Nel caos generale, quindi, dobbiamo fare i conti con i c.d. protocolli di Tribunale, cioè linee guida, o meglio un insieme di regole logiche, definite da tutti gli operatori coinvolti nel processo, al fine di favorire la risoluzione dei problemi sorti con il nuovo PCT… una sorta di ‘best practice’, una raccolta delle esperienze più significative, che consentono di ottenere i migliori risultati e che, a quanto pare, sono diventate obbligatorie (ma con quale autorità?) nei vari fori.

Grazie a questo bel lavoro della Fondazione Italiana per l’Innovazione Forense (http://www.pergliavvocati.it/) finalmente possiamo conoscere ogni singolo protocollo di Tribunale, e cercare di fare meglio il nostro difficile lavoro.

Basta cliccare sul Tribunale corrispondente per scaricare il relativo protocollo d’intesa.
Buona fortuna a tutti, nella speranza che il legislatore, questo sconosciuto, possa porre fine ad ogni distorsione ‘locale’.

About Michele Iapicca 315 Articoli
Ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Messina nel 2001. Ha svolto la pratica forense presso lo Studio Legale Provenzano in Cosenza, conseguendo l’abilitazione nel 2003. E’ iscritto all’albo dei Conciliatori presso la Camera di Commercio di Cosenza ed è attualmente Conciliatore presso lo stesso Ente. E’, altresì, iscritto nell’albo degli Arbitri presso la Camera Arbitrale ‘C. Mortati’ della CCIAA di Cosenza. Il suo nominativo è presente sia nell’albo dei difensori di ufficio che in quello del gratuito patrocinio per i non abbienti (nella sezione diritto civile). Si occupa prevalentemente di processo telematico, diritto civile, fallimentare, separazioni e divorzi, appalti, infortunistica in generale, recupero crediti ed esecuzioni, diritto tributario, consulenza specialistica ad imprese.