Cosa sono i PDA (Punti Di Accesso) e come si usano. Guida ai misteri e alle potenzialità dei PDA nel Processo civile telematico.
Mi è capitato (ma sarà successo a tutti voi) di sentire da qualche Collega meno ‘digitale’ questa domanda: ‘ora che ho spedito la busta, come faccio a vedere se si trova nel fascicolo telematico?
Come faccio a vedere la comparsa di controparte?Come posso scaricare i provvedimenti del Giudice?‘
Per rispondere a queste domande è necessario tornare un po’ indietro, fino a raccontare l’architettura del PCT, cioè il modo in cui questo è stato concepito dai suoi ‘programmatori’.
Dopo averne capito le basi, lo scopo del Punto d’Accesso risulterà evidente, così come le sue enormi potenzialità, che poi sono la vera rivoluzione del processo telematico.
LA STRUTTURA DEL PCT SECONDO IL DM 44/11.
Secondo il Decreto Ministero Giustizia del 21/02/2011 n° 44 in G.U. dal 18/04/2011, il Processo civile telematico è una serie di attività tipicamente processuali finora realizzate in forma cartacea, destinate a compiersi in via telematica.
Per questo è necessario il possesso (da parte di tutti i protagonisti del sistema giustizia) di alcuni strumenti informatici.
Questi strumenti, in termini semplici, permettono:
1) di archiviare in via digitale i fascicoli, che si trovano in un server centrale e sono gestiti, come al solito, da un Cancelliere. Ogni cancelleria possiede, poi, un proprio indirizzo di posta elettronica certificata, che serve a comunicare con gli Avvocati e gli ausiliari del Giudice;
2) di inserire nei detti fascicoli atti giudiziari da rendere visibili a tutti i soggetti processuali. Alcuni di questi atti (quelli difensivi), sono inseriti dagli Avvocati, con lo strumento della BUSTA (realizzata con un c.d. Redattore atti), spedita a mezzo Posta Elettronica Certificata (quello indicato nel Reginde) all’indirizzo di Posta Elettronica certificata della Cancelleria. Altri atti (quelli decisori) sono, invece, inseriti nei fascicoli dai Magistrati in modo diretto e poi comunicati agli Avvocati tramite Cancelleria (con il PDA) e PEC.
Semplificando ancor di più (perché di complicanze ce ne sono già troppe) la gestione telematica di alcune attività processuali richiede il possesso dei seguenti strumenti telematici:
– Un indirizzo di Posta elettronica certificata (PEC)
La PEC consente di spedire messaggi di testo e allegati con lo stesso valore legale di una raccomandata con avviso di ricevimento.
– Una firma digitale
E’ un certificato che permette di sottoscrivere digitalmente un documento e quindi consente di associarlo ad un codice fiscale (quello del suo autore). Comunemente è contenuto in un supporto (chiavetta Usb o smart card con chip).
-Un Redattore Atti (programma o software ‘redattore’)
E’ uno strumento informatico che permette la creazione della c.d. ” busta telematica ” per il deposito degli atti del procedimento. La busta, come detto, viene trasmessa in Cancelleria a mezzo PEC.
-Un Punto di Accesso (PDA)
Secondo il citato DM 44/11 il Punto d’Accesso è la struttura tecnologico-organizzativa che fornisce ai soggetti abilitati esterni al dominio giustizia i servizi di connessione al portale dei servizi telematici, secondo le regole tecnico-operative riportate nel presente decreto.
In altri termini il PDA fornisce ad avvocati, ausiliari e anche ai cittadini (a questi ultimi con ovvie limitazioni in termini di privacy) i servizi di consultazione e di trasmissione telematica degli atti, ossia permette l’inserimento degli atti nel circuito processuale.
Per accedere ai servizi è necessario essere titolari di un certificato di autenticazione, che accerti l’identità dell’utilizzatore del servizio.
Nel fascicolo digitale, aperto per la prima volta dal cancelliere al momento della iscrizione a ruolo, confluiranno tutti gli atti spediti dall’Avvocato a mezzo PEC (trasmissione della busta creata con il ‘redattore’), dal CTU sempre a mezzo PEC (sempre con la busta formata con un ‘redattore’) e dal Magistrato in modo diretto (perchè ha l’accesso diretto al proprio fascicolo).
QUINDI COSA E’ IL PUNTO D’ACCESSO?
E’ quello strumento che in vari modi, permette di vedere e consultare il fascicolo processuale.
Permette di esaminare le comparse che avete depositato; ricorda le udienze e le scadenze imminenti e future; permette la consultazione dei provvedimenti già emessi e dei documenti che il vostro avversario ha inserito nel fascicolo telematico; consente il pagamento telematico e la richiesta di copia di atti!
Il primo PDA è proprio il portale PST.GIUSTIZIA.IT.
Il portale è accessibile all’indirizzo http://pst.giustizia.it ed è composto da un’area pubblica e una riservata.
All’interno dell’area pubblica IL COMUNE CITTADINO PUO’ ACCEDERE, senza l’impiego di credenziali o sistemi di identificazione, alle informazioni ed alla documentazione sui servizi telematici del dominio giustizia, alle raccolte giurisprudenziali e alle informazioni essenziali sullo stato dei procedimenti pendenti, che vengono rese disponibili in forma anonima. Basta sapere il numero di ruolo del procedimento.
Nell’area riservata, cui si accede previa identificazione, sono disponibili informazioni, dati e provvedimenti giudiziari in formato elettronico, nonché i servizi di pagamento telematico e di richiesta copie.
Vi sono, però, anche PDA alternativi (alcuni gratuiti, altri a pagamento), offerti dai vari consigli dell’ordine, da Enti pubblici e da grandi società che hanno investito nel sistema giustizia (Lextel, Giuffrè, Utet, Il Sole 24 Ore, ecc.).
L’elenco di tutti i PDA è stato pubblicato sulla seguente pagina del portale PSD.GIUSTIZIA (http://pst.giustizia.it/PST/it/pst_2_5.wp)
IL PDA PST GIUSTIZIA.
Come si usa?
Basta accedere al portale PST.GIUSTIZIA.IT e poi cliccare su ‘Effettua Login’