La Corte di legittimità, questa volta, si pronuncia sulla c.d. istigazione alla corruzione dettando il seguente (ed aggiungo, assolutamente opinabile) principio di diritto: “l’esibizione di una somma di € 10, corrispondenti ad una utilità pari a € 5 per ciascuno dei pubblici ufficiali operanti e destinatari dell’istigazione, al fine di poter fare loro omettere e quindi in concreto impedire – la preannunciata contravvenzione, per la sua palese irrisorietà, puo’ semmai configurare il reato di oltraggio, per l’offesa all’onore e al prestigio del pubblico ufficiale destinatario della dazione stessa“.
La Corte, con la sentenza in oggetto, ha assolto ‘perché il fatto non sussiste’ un automobilista che ha tentato di convincere due agenti della polizia stradale a non essere multato per un’infrazione al codice della strada, mediante offerta della somma di € 10,00.
La decisione è della Sesta Sezione Penale della Corte (sentenza n.7505/2013) secondo cui la “palese irrisorietà” della somma offerta era tale da non essere idonea a commettere corruzione.
Inoltre, dato che i fatti contestati si sono verificati prima dell’entrata in vigore del delitto di oltraggio a pubblico ufficiale (luglio 2009), l’imputato non avrà nessuna condanna.
E’ vero che la giustizia rispecchia sempre più gli usi e i costumi nazionali!
Non è ammissibile, infatti, che ‘un corruttore’ sebbene abbia offerto ‘due soldi’ (anche se l’offerta era sicuramente proporzionata alla sanzione che stava subendo, altrimenti sarebbe stato più facile pagare) la passi liscia, così come non è concepibile che passi il pericolosissimo messaggio ‘che la corruzione possa essere tentata, purché consista in una offerta minima’.
In un paese ove tutti chiedono ‘un cambio di mentalità’, la svolta deve passare anche da un maggiore rigore della giustizia, anche perché la corruzione si fa in due e se manca il corruttore o il corrotto, non si perfeziona.
Capito!