Il proprietario del guardrail dovrà risarcire il danno, ma l’alta velocità è valutata a sfavore del danneggiato: Cassazione n. 907/2013




L’ente che cura la manutenzione della strada dovrà pagare per i gravissimi danni provocati da un guard rail particolarmente affilato, che in un incidente stradale, aveva addirittura causato mutilazioni agli arti di un povero automobilista.
A stabilirlo, questa volta, è stata la terza sezione civile della Corte di Cassazione con la sentenza 907/13, che pur ratificando un orientamento (oramai consolidato) in tema di risarcimento del danno da trabocchetto o insidia stradale, ha confermato la possibilità di ridurre il risarcimento in seguito al c.d. concorso di colpa dell’automobilista che, a causa della propria condotta (imprudente) di guida, abbia contribuito a determinare l’evento lesivo.
La Cassazione ritorna a giudicare sulla “insidia“, cioè sul pericolo occulto, non visibile e non prevedibile idoneo a causare danni all’utente della strada. Per come noto, la responsabilità per avere creato una ‘insidia o trabocchetto’ è causa di risarcimento del danno in forza del principio del “neminem laedere”.
Nel caso oggetto di esame, la protezione stradale (guard rail) era in pessimo stato di manutenzione, con pezzi di lamiera pendenti che, nel corso di un incidente verificatosi circa 20 anni fa, avevano ‘mutilato’ un automobilista neo-patentato dal ‘pedale un po’ pesante’.
Nella importante pronunzia, la Cassazione ha stabilito:
1) che “non rileva la proprietà formale della strada bensì l’individuazione del soggetto tenuto o che comunque ha curato la manutenzione del tratto stradale interessato dal sinistro”;
2) che deve essere risarcito il danno creato da un pericolo occulto non visibile, né prevedibile;
3) che, considerata la condotta di guida del conducente (alta velocità), i 2/3 della “causazione dell’evento” sono imputabili alla condotta imprudente della stessa vittima, determinando una conseguente riduzione nel risarcimento.

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Ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Messina nel 2001. Ha svolto la pratica forense presso lo Studio Legale Provenzano in Cosenza, conseguendo l’abilitazione nel 2003. E’ iscritto all’albo dei Conciliatori presso la Camera di Commercio di Cosenza ed è attualmente Conciliatore presso lo stesso Ente. E’, altresì, iscritto nell’albo degli Arbitri presso la Camera Arbitrale ‘C. Mortati’ della CCIAA di Cosenza. Il suo nominativo è presente sia nell’albo dei difensori di ufficio che in quello del gratuito patrocinio per i non abbienti (nella sezione diritto civile). Si occupa prevalentemente di processo telematico, diritto civile, fallimentare, separazioni e divorzi, appalti, infortunistica in generale, recupero crediti ed esecuzioni, diritto tributario, consulenza specialistica ad imprese.

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